Dal dopoguerra a oggi lo sport è stato sempre più strumento di inclusione per i disabili, ai quali è stato offerto un accesso agevole alle strutture sportive e una visibilità che li ha portati all’attenzione del grande pubblico.
Dapprima considerata attività complementare al trattamento delle disabilità, lo sport ha conquistato sempre più il ruolo di “normale” esercizio delle espressioni della vita anche per quella parte di popolazione che deve quotidianamente affrontare limitazioni rispetto ai normodotati.
L’aspetto legato all’aggregazione sociale tra disabili e non ha di sicuro un ruolo fondamentale nell’allargamento della partecipazione di molti alle attività sportive dei portatori di handicap.
Dagli sport di gruppo a quelli individuali nessun ambito è precluso a un disabile, anche grazie alle nuove tecnologie che mettono a loro disposizione strumenti idonei al superamento di limiti fisici.
Dal tiro con l’arco alla corsa veloce, dal basket al nuoto, tutte le categorie sono accessibili a chi desidera praticare in modo dilettantistico o agonistico lo sport anche se in condizioni di disabilità.
Nell’estate del 2021 abbiamo assistito a una delle più belle Paraolimpiadi, in Giappone, dove siamo rimasti incollati alla televisione ad ammirare i successi degli atleti italiani nella maggioranza delle discipline sportive ammesse: alla storia dello sport italiano è stato consegnato il record di 69 medaglie d’oro.